AmadoriMaurizio.it

Le Protesi Impiantabili

Le protesi impiantabili La perdita dell’udito può essere suddivisa in due categorie generali: trasmissiva e neurosensoriale. La prima è la conseguenza di malattie che ostacolano la trasmissione del suono attraverso l’orecchio esterno e medio ed è solitamente curabile con la terapia medica e/o chirurgica; talvolta anche una protesi acustica può fornire un sufficiente guadagno uditivo. L’ipoacusia neurosensoriale è determinata da un danno delle cellule nervose della coclea e ciò si traduce in una ridotta percezione del suono sia in termini quantitativi , che qualitativi. Il suo trattamento prevede quasi sempre il ricorso ad una protesi acustica, che ha la funzione di amplificare il suono che verrà inviato alla membrana timpanica ed, attraverso gli ossicini, all’orecchio interno. Molti pazienti tollerano comunque male la protesi acustica tradizionale. Alcuni di questi pazienti possono però essere candidati per una protesi impiantabile, qualora rientrino tra le indicazioni previste dal protocollo per tale tipo di protesi. In commercio esistono due tipi di tali protesi: il sistema “Vibrant Soudbridge” della Symphonix ed il sistema “MET” della Otologics. Tali dispositivi possiedono una parte interna, che , collegata all’incudine, determina un’aumento della vibrazione degli ossicini in modo da amplificare la pressione sonora che arriva all’orecchio interno. La parte esterna, detta audioprocessore, delle dimensioni di un bottone di ca. 2,5 cm, riceve l’energia sonora, la trasforma in un segnale elettrico e la trasmette attraverso la pelle al ricevitore interno; esso si posiziona tra i capelli dietro l’orecchio in corrispondenza del ricevitore interno, a cui resta applicato per attrazione magnetica e contiene un microfono, l’elettronica di elaborazione del segnale, i controlli ed i circuiti telematici per attivare l’impianto, nonché la batteria per la sua alimentazione. I benefici segnalati dai pazienti utilizzatori di tali impianti sono: una qualità più naturale del linguaggio e del suono; una maggior capacità di distinguere i suoni; un miglioramento della comunicazione con un miglior ascolto negli ambienti rumorosi; una miglior qualità acustica della propria voce; un maggior benessere fisico grazie alla non occlusione del condotto uditivo esterno; l’assenza di feedback e di fischi fastidiosi; un miglioramento sotto il profilo estetico quando l’audioprocessore è nascosto dai capelli. Per le ipoacusie trasmissive e/o miste (in parte trasmissive, in parte neurosensoriali) esiste inoltre un dispositivo ad ancoraggio osseo, osteointegrato, identificato dall’acronimo: B.A.H.A. E’ una protesi acustica per via ossea, che a differenza delle tradizionali protesi acustiche per via ossea incorporate nelle stanghette degli occhiali, viene fissata direttamente sull’osso della teca cranica, dietro l’orecchio, mediante l’inserimento di una vite di titanio. Esse vengono utilizzate dai pazienti che non hanno beneficio da una protesi tradizionale per via ossea oppure non possono essere sottoposti ad un intervento chirurgico efficace (ad es. le malformazioni dell’orecchio). I vantaggi segnalati dai pazienti portatori di tale protesi sono i seguenti: non c’è pressione cutanea, tipica delle protesi per via ossea tradizionali; il contatto della protesi non varia (connessione per cutanea diretta); il suono è qualitativamente migliore, soprattutto nel rumore; c’è un minor consumo di batterie; esteticamente, per molti pazienti, è più accettabile della protesi tradizionale ad occhiale; non obbliga all’uso di occhiali chi ha un visus integro; la guarigione clinica delle infezioni dell’orecchio medio ed esterno causate dall’auricolare della protesi tradizionale; minori problemi di feedback acustico delle protesi tradizionali; miglior tollerabilità per un uso prolungato giornaliero.

Contatto

Design by [-_$] - diessen